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Capitolo III° - Perfetto, non perfettibile, replicante

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L’ a.d. 1993 sarà l’anno di Firenze Cerretani

A Firenze era oramai urgente dare una risposta adeguata a un sistema di offerta cittadino articolato, complesso, potente, glorioso e oramai anche abbastanza vetusto

Carlo Conticelli, che a Firenze era nato e cresciuto e a Firenze aveva esercitato la professione di libraio alla famosa Le Monnier, aveva molto caldeggiato un’apertura in via Cerretani; era stato vice di
Bertini quando aveva lasciato i manicotti neri come si usava allora a protezione dei gomiti delle giacche e delle camicie; poi Conticelli scelse Roma per la professione e per la vita, senza perdere lo spirito e il linguaggio pungente e pugnace dei fiorentini, ma acquistando la sfrontatezza romana per una fruttuosa e ineguagliata creatività libraria che mostrerà al Babbuino e la straordinaria efficacia produttiva che dispiegherà all’Orlando







In via Cerretani se ne va una grande banca, che lascia libero un grande locale; la via raccoglie e incanala il flusso degli arrivi dalla stazione verso le meraviglie dell’architettura e delle arti fiorentine: si passa di lì, per forza; vetrine e insegne non visibili se non quando ci si passa davanti radenti quasi gli esterni dei negozi; per i fiorentini non è un problema, sanno bene dove si trova, basta attrarli con assortimento e servizio superiori agli altri; per i turisti di ogni provenienza importante è colpirli con un ingresso molto invitante, e lì si pesca da un flusso davvero molto grosso

Dirigerà il corazziere conosciuto sulla scena di Palermo, Gherardo Giambi; era in forza in via Cavour prima come vice di Bertini, poi, al pensionamento di quest’ultimo, come direttore

Il cantiere faceva davvero impressione per l’enormità del locale, le sue altezze i suoi luoghi da scoprire: un grande corridoio nel quale l’architetto aveva ricavato le sue memorabili scale a salire e scendere, attrezzate entrambe le pareti d’ingresso, si sbarcava in una bella sala rettangolare collegata a una sala a pianta circolare sovrastata da una cupola, che è una specialità fiorentina; a lato della sala grande un’altra ampia sala rettangolare; al piano di sotto invece si entrava nel bunker, che era stato il caveau della banca, con la sua enorme porta blindata volutamente conservata; valicata la porta si presentava una sparata di duecento metri quadri, un rettangolo perfetto: la sua densità di assortimento di saggistica diventerà proverbiale; un soppalco per il turismo e la saggistica che non si riusciva ad infilare nel bunker, un magazzino piccolo rialzato di mezzo piano, un corridoio semicircolare dietro l’attrezzatura della sala a cupola, simile a una sacrestia; all’interrato angusti locali usati come spogliatoi







Mappa complicata e complessa, assortimento molto impegnativo: l’assortitore unico non l’avrebbe potuto reggere e così finalmente si inaugurò il processo di assortimento di impianto a carico di un gruppo di esperti competenti per l’intera gamma dei settori, archetipo di quella che sarebbe stata, per troppo breve tempo, la fila degli esperti; alcune riunioni di impostazione, poi lavoro sodo sui listini, tutto è ancora sulla carta e nelle memorie umane dei repartisti, il l.p.c. fa il consulente a supporto di Giambi, che coordina, alla fine delle riunioni di assortimento gli ordini vengono inoltrati alle direzioni commerciali con le consuete modalità

Qualche discussione e qualche indugio su alcuni settori, specie sulle dislocazioni: per psicologia viene scelto l’ingresso al bunker, mentre il Tempo libero torna un po’ defilato rispetto a Genova, ma sempre al piano terra, confinante con il settore Ragazzi, anch’esso un po’ sacrificato

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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