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Capitolo V° - Stanno, quasi, tutte bene e hanno tanta fame

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Napoli, abbiamo detto, era risolta, Genova XX Settembre andava benissimo, Ravegnana era fuori discussione; la libreria del capo, anche se oggettivamente la più arretrata sotto il profilo delle innovazioni di lay out, fatturava più di tutte, Firenze andava bene anche se la crisi della sua aristocrazia libraria cominciava a vedersi, Padova andava bene, ma aveva il vizio di ruotare troppo e perciò meritava periodiche reprimende, Torino aveva cambiato direzione, rinnovato per intero l’attrezzatura di vendita e soprattutto incrementava ad un buon ritmo clienti e vendite, Parma, grazie all’abile, colta e intelligente scuola libraria di G. Belledi andava benissimo, Modena, dalle due insegne, guardava contemporaneamente al presente e al passato, rimpianti per la Rinascita perduta, ritmi blandi, libri tanti per riempire spazi eccessivi, rotazione lentissima, ma molto impegno e molta serietà professionale, Palermo, che aveva cambiato forzatamente location per una peggiore, si destreggiava comunque bene, Baires era combattuta tra nobiltà della sigla e profilo di consumo dei tanti brianzoli che si accalcavano il sabato e la domenica nel corso più commerciale d’Europa, Milano-Santa Tecla-Europa, in asfissia per la lunghissima ristrutturazione, anche se nuova di zecca, non si riprendeva, Manzoni, amorevolmente accudita, aveva sempre più rughe e sempre meno clienti, Ferrara, compassata e confortevole, ruotava niente, Ancona una disperazione, Pescara a gonfie vele, Bari non usciva dai dilemmi sofisti della Magna Grecia, Pisa, passata dalla bomboniera alla un po’ più ampia ed elegante fruttiera accanto allo stupendo glicine dell’annesso giardino incrementava il suo alto profilo di frequentazione: restava una libreria piccola in una città piccola, aumentava la sua attrazione con una maggiore ampiezza e profondità di catalogo e il suo magnifico giardino attrezzato a libreria all’aperto ; i suoi attaccatissimi clienti l’amavano nonostante l’insulto delle intemperie: i librai a loro volta facevano le acrobazie per sventare i danni del maestrale che si avventava irriguardoso sul traballante baraccamento



Può sembrare una babele, ma non lo era, né agli occhi della clientela, in genere molto soddisfatta, né all’analisi obiettiva dei fatti

Le diversità erano in larga parte una necessità storica e antropologica di siti molto differenziati, nei quali il gruppo Feltrinelli riuscì a ben coniugare i fattori comuni di gestione, assortimento e servizi, con il riconoscimento delle caratterizzazioni cittadine quali si profilavano da scuole, università, tradizioni, linguaggi, usi, costumi, professioni, arti e mestieri: larghissima base comune quindi, ma anche spiccate caratterizzazioni locali, grosso modo un classico 80 - 20

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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