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Capitolo IV° - I Megastore, uno studio dilettevole a mo’ di disamina critica

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I Megastore, o misti grandi, sono negozi che associano merceologie di supporti diversi allo scopo di soddisfare in modo articolato, differenziato e simultaneo i bisogni di cultura e intrattenimento; si tratti di libri, musica registrata, home video, games (videogiochi su piattaforme diverse e per PC), giochi per adulti e ragazzi, cartoleria associabile

Ogni merceologia occupa spazi ben definiti e distinti

L’attrezzatura di vendita è importata con le migliorie del caso dalle attrezzature Ricordi per CD e Home video, a lungo e variamente testata l’attrezzatura per la cartoleria, rifatta di sana pianta quella per i libri per poi essere quest’ultima esportata nelle librerie da ristrutturare

Il display quindi non presenta novità sostanziali per quello che chiameremo Home entertainement o HE, ossia musica registrata, home video e games, mentre cambia radicalmente per i libri

Ciò avviene per importanti motivi,rispondenti alle nuove condizioni gestionali e al richiamo della lonza Fnac: l’attrezzatura libri non è più su misura, ma a moduli standard, non è più di legno, ma di metallo con schienali fessurati, denominati asolati, spariscono gli scorrevoli, aboliti i pancioni, si insediano i tavoli con alzata, stile Fnac, ma anche della bolognese Parolini; all’ingresso compare il bananone, mobile questo in legno curvato a piani digradanti e a grande sviluppo lineare, ideato per le novità e le campagne di promozione e sconto; si aggiunga un mobile pregiato, di richiamo per un solo o pochissimi titoli, anch’esso in legno, denominato ottagono perché ha la sezione orizzontale di un ottagono regolare: bello, attraente, raffinato, non facile da allestire; già i geometri antichi si erano arrovellati il cervello per questa costruzione con la loro fissa di inscrivere figure geometriche nel cerchio, figura a sua volta non priva di complicazioni; se invece di angoli di 90°, quelli giusti per metterci dei libri che facciano sempre gli stessi 90°, ti trovi con angoli di 135°, che ci metti nei 45° residui ? Un bel libro a triangolo rettangolo o isoscele: bisognava girare il reparto per vedere se tra i libri per ragazzi o qualche strenna bizzarra si poteva trovare qualcosa del genere e non sempre si aveva fortuna; bisogna poi considerare che se l’ottagono doveva promuovere un solo prodotto, o verso il centro o verso il perimetro, inevitabilmente dello spazio avanzava, i libri si spostavano e la vision inevitabilmente ne risentiva

Vero è che all’epoca andava molto di moda dirsi che bisognava avere la visione a 360 gradi, ma con l’ottagono, nella somma degli angoli interni, ci si era di molto allargati e la visione arrivava alla strabiliante cifra di 1.080 gradi

I tavoli, torreggianti, abbiamo detto di solido impianto e indubbio design ottocentesco, riscontrabile oltre che da Parolini a Bologna anche da Druetto a Torino e in tanti altri posti denominabili "vecchie librerie o librerie classiche", dovevano soddisfare la necessità di contenimento con i loro ripiani prossimali al pavimento e sottostanti il piano espositivo orizzontale; soddisfacevano anche la necessità espositiva di novità e campagne nelle categorie grandi, medie e piccole: sul piano orizzontale pile e pilette di libri, per anni antecedenti e futuri posati ad aggregazioni editoriali, sulle alzate invece l’esposizione frontale delle novità e delle proposte nelle quantità piccole

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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