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Capitolo II° - Interludio su Concorrenza e Competitività

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Ne abbiamo parlato sinora in modo disarticolato e in contesti diversi; arrivati alla metà degli anni ’90, sconfitta o ridotta a poca cosa la concorrenza, è bene dire qualcosa di più sistematico

La concorrenza da altra catena fino a tutti i ’90 di fatto manca: Feltrinelli è ancora una catena libraria relativamente piccola, non abbastanza integrata a livello orizzontale, quasi per nulla a livello verticale, con l’esclusione delle procedure amministrative centrali per la verità non farraginose e non eccessivamente rigide

L’unica catena, questa molto estesa, formalmente concorrente a livello nazionale è costituita dalle Librerie Paoline, mentre a Roma nasce il gruppo Arion, fenomeno solo romano e comunque ancora di scarso peso; le L.I.R. oramai erano scomparse sul crinale tra i ’60 e ’70, con gran dispetto di L. Mauri e del gruppo Messaggerie; per ragioni di deficit gestionali di cui abbiamo perso le tracce informative, le L.I.R. furono dismesse e date in gestione a singoli ex direttori per poi spegnersi in tempi relativamente brevi definitivamente; per diversi anni il gruppo Messaggerie libri si interrogò e un po’ si rose alla ricerca dei motivi per cui la loro catena si era sfaldata mentre le Feltrinelli salivano inarrestabili; nella bella e classica curva di Gauss, paradigma indiscusso della gestione Messaggerie, le Feltrinelli proprio non si infilavano, la deformavano invece, con molta originalità; non erano le Feltrinelli un modello rigido, ma un’entità dinamica e cangiante, comprensibile e inafferrabile al contempo, autonomamente capaci di deformare a loro vantaggio le curve di concentrazione e dispersione secondo scarti improvvisi e scelte eterodosse, fuori dalla linea della prevedibilità sostenuta dei venditori, estranee ed anzi antitetiche alla visione deterministica e meccanicista del distributore cui molto sarebbe piaciuto addomesticare tante librerie italiane alla sua visione di fattore dominante

Certo alcune grandi librerie non di catena erano saldamente in piedi e operanti, Hoepli e Rizzoli a Milano, Marzocco e alcune librerie specialistiche a Firenze, Guida, Loffredo e Treves a Napoli, Flaccovio a Palermo, Druetto a Torino, Draghi-Randi a Padova, pressoché niente a Bologna, a parte la Rizzoli ex L.I.R. e un paio di grandi librerie di solido impianto scolastico dallo stampo fieramente ottocentesco; a Roma nessun gigante invece, ma una serie di librerie piazzate lungo percorsi ben remunerativi, canti ministeriali e anfratti suggestivi

La concorrenza viene quindi svolta sul territorio in modo assai difforme dalle librerie tradizionali, dalle cooperative librarie, quasi sempre propaggini di movimenti politici della sinistra cosiddetta extraparlamentare e dalle librerie universitarie integrate, ossia da quelle librerie universitarie che hanno rotto l’ingessatura delle adozioni pure e semplici per integrare il loro assortimento con una "varia" di buon richiamo fisicamente presente in libreria e una "varia" on booking facilmente reperibile tramite la rete dei distributori in esclusiva e dei grossisti allora in fase di notevole sviluppo anche a livello territoriale

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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