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Capitolo II° - Lo choc

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Gli ultimi giorni di dicembre arrivò un ordine improvviso e perentorio che ci impegnava in un improvviso e imprevisto inventario: all’epoca lo si faceva a giugno, quindi ci fu e un lieve sbigottimento; impossibile organizzarlo su due piedi, eravamo all’epoca dei fogli protocollo a quadretti, delle coppie formate da rilevatore-libraio e un amanuense accattato per trascrivere: di ogni titolo bisognava trascrivere editore, prezzo e quantità (per il fisco e per il bilancio contavano i puri valori nominali); poi, attorno a un tavolone improvvisato con cartoni disposti sopra i tavoli di vendita, si dividevano i fogli secondo le voci delle schede gialle e della tastiera di cassa; rilevamento e divisione fatti in quel modo richiedevano non meno di due giornate di lavoro, a libreria chiusa naturalmente, in periodo immediatamente post natalizio; in seguito i fogli dovevano essere rielaborati con calcolatrici elettromeccaniche, noleggiate per tempo, difficili da reperire a fine anno; i soli calcoli richiedevano non meno di tre giornate lavorative di un paio di persone veloci nello smacchinare; i totali delle voci più grosse andavano ricontrollati e infine trascritti in un apposito quadro, trascrizione manuale: una settimana di lavoro molto intenso in totale; diverse librerie, per potere e dovere tenere aperto dopo il rilevamento, non avrebbero avuto la possibilità di sostenere in quel periodo un processo così lungo e complesso

Avevamo però a disposizione l’inventario del giugno precedente, i carichi da bolle di consegna tempestivi e del tutto attendibili e le relative vendite

La direzione decise allora di elaborare un inventario su base contabile, che per altro era molto buona e preparata con precisione e puntiglio appunto sulle bolle di consegna dalle singole librerie; l’editore Feltrinelli tuttavia si rilevò per titolo perché la Feltrinelli Libra, ossia le librerie, allo scadere dell’anno venivano assorbite nella società dell’Editore allo scopo di ribaltare una situazione gravissima di bilancio dell’editore stesso: ahinoi in pochi mesi la situazione economica e finanziaria era precipitata, il rischio di dover portare i libri contabili in tribunale era a meno di un passo, perciò si rese necessario unire immediatamente le forze, mettere insieme attivo e passivo così che l’attivo della componente assorbita equilibrasse il passivo della componente editore; in questo modo fu scongiurata la sciagura di veder franare un’impresa editoriale e distributiva che già era entrata nella vita, nella coscienza, nella cultura e nel costume del paese

Autore della manovra fu un professionista da poco nominato direttore generale dal consiglio d’amministrazione: entrò così in scena Giuseppe Antonini: nel giro di un paio di mesi, forse meno, fu nominato prima direttore generale e poi amministratore delegato; proveniva dalla ristrutturazione Alivar delle decotte Motta e Alemagna, ben conosciuto e apprezzato sulla piazza milanese, capitale economica del paese; venne spedito nel gruppo Feltrinelli dagli attenti tutori del patrimonio della famiglia e del minore Carlo Feltrinelli, che, in quanto tale, nulla poteva per le sue attività

Chi scrive riferisce notizie un po’ frammentarie, le fonti non sono di prima mano, ma sono vicine al manovratore e decisamente attendibili

 

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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