Una Corsa a Perdifiato

La libreria di Bologna con "il Romano" aveva sviluppato un’organizzazione libraria eccellente: processi operativi efficaci ed efficienti, i migliori del gruppo in quella fase, tempismo, prontezza di risposta agli eventi cittadini e nazionali, eccellente rete di collegamento con la città e con il fulcro del sapere che era la sua famosa e grande Università, pluralismo delle proposte, apertura assortimentale massima dal libro di intrattenimento al libro universitario umanistico, fino a diventare, alla convergenza tra piazza Ravegnana e via Zamboni, anche un vero e proprio presidio universitario, al servizio di studenti e professori, funzionale alle adozioni e alle ricerche correlate, luogo di incontro di intellettuali e professionisti, ma anche popolare nella sua capacità di proporsi diversamente ad esempio per il consumo cittadino il sabato; la libreria di Bologna, volendolo dire con una sintesi magari un po’ banale, ma utile a darne un’immagine precisa e semplice, era bicomponente, ossia sapeva rispondere molto bene tanto alla domanda "alta" dell’università e degli intellettuali e artisti bolognesi, quanto alla domanda "pop" della lettura di intrattenimento e della fresca informazione di attualità; infine l’efficiente assortimento di straniero faceva fronte molto bene al desiderio e alla necessità di tanti clienti del vasto bacino emiliano romagnolo, ma anche di altre regioni, di collegarsi con quanto avveniva nel mondo

In questo suo modo di proporsi, quasi da Giano bifronte, monolitico e capace di dare un ritmo di vendita e soddisfazione ai clienti implacabilmente stabile e alto tutti i giorni e per tutto l’anno, "il Romano" (come lo chiamava Bertini), anche in competizione con le altre personalità titaniche del triumvirato, sviluppò un’ottima capacità negoziale, tanto sul versante del costo del prodotto quanto sul versante finanziario dell’acquisizione assortimentale: sarà uno dei suoi principali fattori di successo per il ventennio successivo