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Capitolo IV° - Lo snodo, il Riflusso

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Siamo allo snodo: nel volgere di pochissimi anni e prima della fine dei ’70 la pressione del paese che vuole leggere, per cultura e intrattenimento, si fa sentire e a sua volta preme sull’editoria per avere una produzione che faccia emergere e dia voce alle nuove identità; per alcuni anni diversi editori produssero per i movimenti, di essi furono diretta espressione e di essi vissero, chi più chi meno; alcuni di quegli editori furono costretti a soccombere alla svolta della nuova decade, quando i movimenti implosero, politicamente e socialmente, e la generazione del ’77 ripiegò su se stessa, compì la transizione del "riflusso" e del "ritorno al privato", che tanti non avevano neanche mai vissuto perché politicamente e socialmente nati nei movimenti; con il riflusso arrivarono, nei tardi anni dei figli dei fiori, la meditazione, la psichedelia, lo yoga, la filosofia orientale seria e quella dozzinale, le droghe di ampia gamma, con risvolti sociali gravi, i tarocchi, l’alchimia e la magia, il primo fantasy, di cui il campione era Tolkien, l’esoterismo, con qualche incursione dalle parti di Nostradamus, i paesi asiatici di forte attrazione religiosa e mistica, in particolare l’India, di cui in libreria l’autore di culto di massa sarà H. Hesse con Siddharta, uscito alcuni anni prima nei primi numeri dell’adelphina, nome confidenziale e convenzionale con cui chiamavamo la bellissima e prestigiosa piccola biblioteca Adelphi


Un orrendo miscuglio, a ben guardare, in cui la cultura orientale, spesso vissuta come consumo di moda, veniva mescolata con il determinismo "magico" occidentale vagamente ripescato dalla tradizione seicentesca, la meditazione e l’elevazione dello spirito con il destino dei tarocchi, confondendo anche i tarocchi occidentali con l’I King orientale

Questo passaggio, che segnò una grave crisi per l’editore Feltrinelli e la fine di tanti piccoli editori che erano nati e vissuti sui movimenti degli anni ’70, segnò l’avvio di un periodo grigio, a tratti nero, di 4-5 anni almeno per le librerie Feltrinelli

I fattori di crisi furono diversi e tra questi i più importanti certamente l’improvvisa inadeguatezza della produzione editoriale in genere e delle case "movimentiste" in particolare, l’improvvisa incapacità del sistema librario e anche delle librerie Feltrinelli di leggere ed interpretare tempestivamente cambiamenti così profondi e disorientanti, sull’assortimento e sulla riorganizzazione dell’offerta e perciò del lay out, la grande difficoltà infine da parte dei librai dalla memoria perfetta a cambiare e diventare librai capaci di ricerca, correlazione, scoperta delle esigenze da soddisfare e non più solo dei deficit mnemonico-tecnici dei clienti

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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