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Capitolo IV° - La libreria perfetta, l’orizzonte incerto

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L’Esprit a fine periodo

Da inizio a fine periodo qualcosa cambia: la grandeur è l’elemento nuovo, ma anche la fierezza di stare in una grande catena, forte e invincibile, la certezza, ben fondata, di aver elaborato un modello molto efficiente e di avere un know how superiore a qualsiasi altra libreria; il gruppo aveva buoni processi operativi, una comunicazione piuttosto buona, fondata su telefono e fax, quanto di meglio si potesse avere allora, ma destinata a cristallizzarsi; i librai erano fieri dei loro assortimenti, della potenza del numero di titoli detenuti, della loro capacità di svariare su moltissimi cataloghi, del sostegno, della stima e della fiducia loro accordata da Inge Feltrinelli, che quell’ésprit impersonava con le sue innumerevoli scorribande per la penisola, nelle librerie, nei convegni editoriali, nell’oramai affermatissima Scuola UEM di Venezia e in ogni dove librario e editoriale

Era insomma l’ésprit di chi aveva sgominato la concorrenza e osservava con una certa soddisfazione il declino delle librerie singole, tradizionali, storiche, gloriose, Rinascita comprese

Era l’ésprit del benessere e della sicurezza, veniva tutto bene, funzionavano gli accordi commerciali, i riporti a nuovo e i rateati, che tanto rassicuravano, i clienti venivano in libreria, i sabati erano un delirio di frequentazione e vendite replicato di libreria in libreria, Natale era atteso senza patemi d’animo e anzi con gioiosa sicurezza, l’inventario una pratica ben collaudata, non si poteva desiderare un mondo professionale migliore, ammesso che durasse e che nessun molestatore, clienti compresi, provasse a manomettere quel meraviglioso meccanismo

Vedremo come andrà negli anni immediatamente successivi e cosa di nuovo accadrà nella quarta parte dedicata a questa straordinaria e complessa vicenda

 

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Inge_Feltrinelli
Bauletto di Mnemosyne
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