Una Corsa a Perdifiato

Una mattina di mezza estate, passato ferragosto da qualche giorno, nell’afosa Ferrara, il p.c. incontra il direttore di Ferrara, rientrante dalle ferie; non gli dà neanche la mano e subito lo invita a scendere nei più freschi locali del garage sotto la libreria: a loro insaputa le tubazioni dell’aria condizionata portano al piano di sopra voci concitate , dalle tonalità alte e inusitate, a rinforzo di contestazioni dure e ultimative; i due risalgono, non si salutano, uno da una parte, l’altro da un’altra, verso la stazione; il giorno dopo il direttore di Ferrara , iuxta cathedram afflictus, lascia le sue dimissioni nelle mani del Direttore di catena; in poco meno di quattro mesi il caso era risolto; Giuliana Dolci di lì a breve lascerà Ferrara per l’amata libreria di Largo della Torre Argentina, nella sua città di elezione, inconsapevole che dopo pochi anni avrebbe preso la direzione di quel negozio monstre che la Feltrinelli avrebbe trasformato con uno stupefacente ampliamento di locali nel posto più prestigioso del commercio romano

Nei suoi pressi Bruto aveva pugnalato Cesare; considerati i secoli trascorsi, né Rasputin né Domeniconi né il l.p.c. potevano avervi partecipato: più modestamente quest’ultimo si era accontentato di un Fer-net



Con la resa di Ferrara la Feltrinelli fa l’en plein quell’anno e si prepara armata di serafica determinazione, che sprizza dal viso di Dario Giambelli, ad intraprendere finalmente la fase di innovazione profonda delle proprie reti di vendita: siamo a settembre 1999